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PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

PsicoNeuroEndocrinoImmunologia

La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) nasce circa trent’anni fa come convergenza di discipline scientifiche diverse quali le scienze comportamentali, le neuroscienze, l’endocrinologia e l’immunologia.
La base della PsicoNeuroEndocrinoImmunologia consiste nello studio delle interazioni reciproche tra attività mentale, comportamento, sistema nervoso, sistema endocrino e reattività immunitaria. In particolare, l’obiettivo primario della PNEI è lo studio riunificato di sistemi psico-fisiologici che sono stati analizzati da almeno 200 anni in maniera separata e autonoma.
Se da un punto di vista meramente scientifico la PsicoNeuroEndocrinoImmunologia è nata per fare sintesi delle tante ricerche che si sono svolte in maniera indipendente su immunità, psiche, neurochimica, biochimica umana ed endocrinologia, dall’altro lato si può intuire che ogni sintesi di tal tipo risentirà delle concezioni fondamentali alla base del fenomeno uomo.
Inoltre le rispettive discipline (psicologia-neurologia-endocrinologia-immunologia) con tutti i rispettivi sottinsiemi d’indagine (ognuna di tali discipline può essere indagata sotto molteplici punti di vista, fra cui: fisiologico, clinico, intercellulare, intracellulare, genetico, proteomico, trascrittomico, metabolomico, ecc…) hanno avuto e hanno tutt’ora uno sviluppo abbastanza disomogeneo. In altre parole, le varie discipline si sono evolute non alla stessa velocità e con implicazioni molto differenti.

Le neuroscienze, per quanto si stiano evolvendo rapidamente grazie a tecniche sempre più raffinate, capaci di mostrarci un quadro funzionale in tempo reale dell’attivazione cerebrale (fRMI, PET, SPECT, magnetoencefalografia, spettrografia ad infrarossi, ecc…), sono tuttora in una fase embrionale per quanto concerne l’effettiva comprensione dei processi mentali. I rischi che può correre l’approccio PNEI sono fondamentalmente due: da un lato la focalizzazione riduzionista sul versante biologico (la mente prodotto del corpo), dall’altro lo scadimento in una sorta di psicobiologia quasi esoterica imperniata sui grossi contributi delle filosofie orientali (yinyang, teorie dei meridiani, dei 5 elementi, punti energetici, ecc… comprese pratiche trascendentali, di meditazione e di autocoscienza). Nel primo caso il rischio è la negazione della mente come realtà che agisce e opera sul corpo; nel secondo caso il rischio è la negazione del corpo come realtà dotata di meccanismi e proprietà chimico-fisiche autonome che possono anche prescindere dalla mente.
Dunque lo sviluppo della PsicoNeuroEndocrinoImmunologia è complesso e articolato, ma anche estremamente affascinante, soprattutto se saprà tenere in giusto conto i diversi gradi di conoscenza a cui le varie discipline sono arrivate.

Il Sistema immunitario
Il Sistema immunitario è un complesso sistema dell’organismo la cui funzione principale è quella di captare e riconoscere le sostanze estranee e inattivarle per mantenere l’integrità psico-fisica; più in generale regola, equilibra e monitora le risposte dell’organismo agli stimoli ambientali per garantire al corpo una difesa da eventi potenzialmente dannosi. La sua attività è possibile grazie ai globuli bianchi, presenti nel sangue, che a loro volta producono delle molecole chiamate anticorpi. Questi ultimi intervengono sugli antigeni, elementi che non vengono riconosciuti come appartenenti all’organismo.
Lo stimolo del sistema immunitario non è legato solo all’estraneità di un antigene, ma anche alla capacità dell’apparato stesso di riuscire a capire, in base alle informazioni codificate nel suo genoma (tutto il materiale genetico di un organismo), se tale microbo rappresenta o meno un potenziale pericolo per il corpo.

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Il sistema immunitario ha inoltre la capacità di “memorizzare” determinate informazioni e di diventare immune ad antigeni precedentemente incontrati. Oltre alla reazione agli stimoli antigenici, il sistema immunitario è in grado di attivarsi con input psico-neurologici ed emozionali attraverso sostanze secrete dai neuroni, chiamati neurotrasmettitori e neuropeptidi, oltre che da stimoli endocrini, ovvero da ormoni secreti dall’ipotalamo e dall’ipofisi.

Sistema nervoso centrale
Sistema immunitario e sistema nervoso centrale sono costantemente in comunicazione, poiché le cellule immunitarie portano all’apparato neurologico, attraverso i neuropeptidi, le informazioni che hanno captato durante il monitoraggio dell’organismo. I neuropeptidi sono molecole che vengono intercettate e rilasciate dalle cellule nervose, endocrine e immunitarie.

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Tutte queste connessioni sono oggetto di studi recenti che costituiscono la PsicoNeuroEndocrinoImmunologia, una disciplina (come sopra evidenziato) che si occupa delle relazioni tra psiche e i sistemi di regolazione fisiologica che costituiscono l’organismo umano: quello endocrino, quello nervoso e quello, appunto, immunitario.
Rispetto ad altre discipline come l’antica medicina greca, l’ayurveda, la tradizionale cinese e, in generale, le tecniche terapeutiche ad approccio olistico fondate sulla connessione tra corpo e mente, la medicina convenzionale occidentale ha iniziato ad indagare tale relazione solo a partire dagli anni ’30, in seguito agli studi del medico austriaco Hans Selye sullo stress.
Ed è proprio lo stress ad avere un ruolo importante nello studio delle risposte psico-fisiche connesse all’intreccio dei tre apparati. Quando questo sopraggiunge, l’organismo viene invaso da determinati ormoni, tra i quali i più importanti sono l’adrenalina e il cortisolo. Se lo stress dura poco e si limita ad una fase acuta, l’effetto è inizialmente positivo: il lieve rialzo ormonale potenzia l’azione immunitaria, attiva delle reazioni fisiche di adattamento, migliora le capacità di concentrazione e di attenzione.

Quando, invece, la mente del soggetto è coinvolta emotivamente in situazioni di sofferenza, dolore, rabbia, risentimento, sconforto o angoscia per periodi di tempo prolungati, le sostanze rilasciate, le stesse che nella fase di stress iniziale producono effetti positivi, diventano nocive come le tossine che inquinano il corpo.
In questo stadio, che caratterizza lo stress cronico, si attivano dei meccanismi dannosi: tra questi, quello più importante è la diminuzione o la soppressione della risposta immunitaria.

Un elemento chiave dell’analisi sviluppata dalla PNEI è l’influenza diretta delle emozioni sul corpo. Se le modalità di espressione emozionale sono sbilanciate, si verificano reazioni disfunzionali.
Secondo l’approccio della PNEI, lo stretto legame tra la mente e il corpo è di tipo bidirezionale: le emozioni e lo stress agiscono sulla salute fisica e, a sua volta, la psiche influenza l’organismo stesso.
Il sistema immunitario è molto più reattivo di quanto si sospettava in passato e ha una fitta e profonda comunicazione con la psiche. Quando si è fortemente stanchi o con il morale basso, si tenderà ad ammalarsi più facilmente e ad andare incontro ad infezioni ricorrenti o influenze, oppure a sviluppare disturbi molto frequenti negli stati di stress, come l’herpes labiale o altre patologie associate ad un sistema immunitario compromesso.
Seguendo l’approccio della PNEI, l’apparato immunitario, collegato a quello nervoso ed endocrino, subisce l’influenza di molteplici emozioni come la paura, la preoccupazione, la collera, il risentimento, la depressione, l’ansia. Questa nuova visione della struttura dell’organismo che mette in connessione cervello, stress ed immunità, apre le porte a nuove ed importanti metodologie terapeutiche basate sull’approccio integrato, caratterizzato dall’affiancamento di terapie convenzionali con altre discipline

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